Reverse engineering : nuove frontiere con il Dssp
Il nuovo concetto di reverse engineering che sta entrando in uso è la digitalizzazione tridimensionale. Software capaci di elaborare, confrontare, simulare non piani ma solidi.
Il reverse engineering (o progettazione inversa) è una tecnologia nata almeno una quindicina d’anni fa ma solo adesso sta compiendo una trasformazione radicale con l’avvento del Dssp (Digital shape sampling and processing). Il Dssp è una nuova tecnologia che partendo dalla digitalizzazione tridimensionale, raggruppa un insieme di tecnologie avanzate.
Questa nuova tecnologia governa il processo di acquisizione delle immagini con uno scanner 3D interfacciato con un sofisticato software di elaborazione in grado di convertire la forma di un oggetto tridimensionale in un file digitale.
Come opera il Dssp nel campo del reverse engineering? Il Dssp permette di creare automaticamente un modello-file 3D accurato, dotato addirittura delle relative proprietà fisiche dell’oggetto e fondamentali alla progettazione e all’ingegnerizzazione.
In pratica oggi non ci si ferma più a ricavare un semplice modellino fisico da un file con la stampa additiva o stampa 3D; il Dssp è la base di sviluppo di un processo per il controllo e la produzione. Questa tecnologia si è sviluppata ed si è perfezionata negli ultimi anni con il progresso compiuto in diverse aree tecnologiche, come i sistemi di scansione ottica 3D dedicati all’applicazione del reverse engineering, al CAI (Computer aided inspection, controllo automatizzato di ispezione), fino alla capacità di elaborazione di geometrie tridimensionali molto avanzate e in grado di sopperire alle limitazioni presenti fino a pochi anni fa.
Reverse engineering e Dssp: applicazioni
Una delle applicazioni più efficaci del reverse engineering è nel settore automotive-motoristico: grazie alla luce strutturata, in grado di offrire un rapporto qualità/prezzo molto elevato per la digitalizzazione di componenti come portiere d’auto, serbatoi di moto, paraurti e persino poter scannerizzare e creare il modello matematico di auto intere.
Il sistema sfrutta due telecamere che “osservano” l’oggetto illuminato: compiendo varie fotografie ad angolazioni diverse dell’oggetto e mediante il principio della fotogrammetria, si è in grado di rilevare la posizione nello spazio della superficie ripresa.
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