Reverse engineering: un caso applicativo

Un esempio di prototipo ottenuto con il reverse engineering

Nel presente articolo, vogliamo esporvi un caso applicativo di applicazione del reverse engineering tradizionale.

Avevamo già trattato, in un precedente articolo, le tecniche DSSP, per la restituzione delle matematica solida di un oggetto attraverso rilevatori laser tridimensionali.

In questo caso, essendo molto compromesso fisicamente il particolare da replicare, abbiamo adottato la tecnica tradizionale per analisi di singoli elementi. La prima fase è stata di rilevare le dimensioni dei macro elementi che compongono l’oggetto: nel nostro caso è abbastanza evidente che l’oggetto ha un cono-cilindro unito ad un disco forato e in parte dentato.

Le fasi successive sono state simili e condotte per ottenere via-via maggiori dettagli e appendici che completassero in maniera sempre più vicina alla realtà l’oggetto in 3D. Come si può vedere dalle foto che seguono, abbiamo replicato l’oggetto, semplificandolo ove era possibile per contenere anche i costi di analisi. Arrivare ad ottenere un primo solido che già contenga gli elementi principali dell’oggetto è la base per poterlo sempre più affinare e migliorare.

Infine, validato l’oggetto in 3D, siamo passati alla fase realizzativa vera e propria attraverso la stampa 3D in PLA. Come potete notare l’oggetto ottenuto doveva anche possedere delle qualità meccaniche che ben sono state soddisfatte grazie alla qualità della stampa 3D che abbiamo potuto garantire e alla prova del cliente che ha confermato la qualità del risultato ottenuto.